Archivio mensile:Marzo 2014

3^ incontro ABITARE E LAVORO STAGIONALE MIGRANTE IN PIEMONTE

Questo appuntamento si inserisce in un percorso iniziato con il primo incontro sui temi dell’abitare e del lavoro stagionale migrante in Piemonte, che si è tenuto al C.S.O.A. Gabrio di Torino il 14 dicembre 2013, in occasione dell’assemblea nazionale della rete Abitare Nella Crisi, e proseguito con il secondo incontro, che si è tenuto all’Ex Mutua Occupata di Asti l’11 gennaio 2014.

Oltre a conoscere più nel dettaglio le diverse situazioni locali – Canelli (AT), Castelnuovo Scrivia (AL), Saluzzo (CN), Ex Moi Occupata rifugiati e migranti (TO) – l’obiettivo di questo incontro era di iniziare ad attivare ragionamenti su cui poter strutturare pratiche di lotta – condivise ed al contempo specifiche per ciascuna località – relative al bisogno abitativo ed allo sfruttamento lavorativo che vivono i migranti nei diversi territori rurali del Piemonte. L’Ex Moi Occupata, pur essendo una realtà metropolitana, non è affatto estranea a queste tematiche, dal momento che è attraversata da persone che si spostano alla ricerca di lavoro nelle campagne piemontesi e che, prima o dopo la stagione, trovano nell’Ex Moi un approdo abitativo, di relazioni e di socialità alternativo alle logiche dell’incertezza radicale, dell’emergenza e dell’assistenzialismo umanitario.

Il riferimento costante ed unidirezionale di politicanti e di molti solidali alle esperienze di sfruttamento della manodopera migrante nelle campagne del Sud Italia si rivela controproducente, nel momento in cui serve a rinforzare lo stereotipo orientalista secondo cui il “problema più grave” sta comunque nel Mezzogiorno “arretrato”. In questo senso, rivolgiamo una critica alle comparazioni strumentali di Castelnuovo Scrivia, Canelli e Saluzzo con Rosarno, volte sostanzialmente (anche quando non intenzionalmente) ad avallare il “senso comune” che, comunque, nelle campagne piemontesi la situazione sarebbe migliore. Con ciò non intendiamo affatto rifiutare la comparazione con altre situazioni di sfruttamento della manodopera migrante nelle campagne italiane, ma rifondarla. Il nostro metodo comparativo, infatti, non si basa su un principio di equivalenza – per cui le diverse realtà sarebbero classificabili secondo una scala di “gravità”, fino ad arrivare al “caso estremo” della presenza di caporalato, lavoro nero, semi-schiavitù.- ma su un principio di singolarità. Riteniamo che le logiche di sfruttamento e di violenza non siano universali, ma vadano indagate e messe in luce a partire dai contesti specifici nelle quali si manifestano. La presenza di lavoro grigio dilagante e di vite migranti “in eccesso”, costrette a vivere all’addiaccio nelle ricche campagne del cuneese, si innesta in un sistema di sfruttamento e di violenza diverso, ma tanto grave quanto quelli del Sud Italia. Solo in questo senso, “Rosarno è ovunque”.

Il punto di partenza da cui muoviamo è la volontà di scambiare saperi e pratiche situati in specifici contesti territoriali, sociali, politici ed economici del nord-ovest italiano: il cuneese, il tortonese, il monferrato. L’obiettivo comune è quello di costruire spazi dove intraprendere, insieme ai migranti impiegati o alla ricerca di lavoro nelle campagne, percorsi di analisi, conricerca, rivendicazione e riappropriazione, riguardanti le condizioni lavorative ed abitative cui sono costretti. Si tratta, quindi: di evidenziare in che modo la manodopera migrante sia centrale – e niente affatto marginale – nei sistemi produttivi locali ad agricoltura intensiva; di mettere in luce la condizione di perenne ricattabilità giuridica a cui è costretta la forza-lavoro migrante, e che ne garantisce la potenziale condizione di sfruttamento; di individuare pratiche adeguate per mettere in atto un’alternativa concreta in termini di salario, di riappropriazione del reddito, di diritto all’abitare, di ricomposizione sociale, di socialità alternativa alle logiche di esclusione ed alienazione.

Dopo le presentazioni di tutti i partecipanti, la prima parte dell’incontro che si è svolto a Sale è stata dedicata alla restituzione di informazioni approfondite sullo “stato dell’arte” di Castelnuovo Scrivia (AL), Saluzzo (CN), Ex Moi Occupata rifugiati e migranti (TO) e Canelli (AT). Durante il mese antecedente all’incontro era stata fatta circolare una griglia conoscitiva delle condizioni abitative e lavorative di migranti e rifugiati in Piemonte, che le diverse realtà hanno completato e che è servita come base per lo scambio di dati, la possibilità di chiedere spiegazioni ed ottenere chiarimenti nel merito. Successivamente, abbiamo concordato sulla necessità di concretizzare l’importante elaborazione e scambio di saperi, immaginando pratiche di lotta per la prossima stagione, condivise dove possibile, specifiche per i singoli contesti territoriali quando necessario. I temi che sono stati individuati come centrali per le pratiche a venire sono tre: lavoro/autorganizzazione, casa/abitare, comunicazione/boicottaggio. Da un primo confronto all’interno dei tavoli tematici sono già emersi i punti principali su cui lavoreremo durante la prossima riunione operativa.

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Per leggere la versione integrale del report (25 pagine), scrivere ad uno dei contatti elencati a pag 2 dell’anteprima.

Il 4^ incontro si terrà a Saluzzo.


Hanno partecipato:

Presidio Permanente Castelnuovo Scrivia

Braccianti e lavoratori migranti della bassa valle Scrivia
PIAM Onlus
Sportello Diritto alla Casa ed all’Abitare Dignitoso di Saluzzo e Verzuolo
Lola Furiosa
Comitato di Solidarietà Rifugiati e Migranti Ex Moi Occupata
Rifugiati dell’Ex Moi che hanno vissuto e lavorato come braccianti nel saluzzese
Brigate di Solidarietà Attiva Pavia e Coordinamento nazionale
Cooperativa agricola Valli Unite
Alessandria in Movimento
Ricercatori

 

 

“i 600 disperati della baraccopoli”: la razza al lavoro secondo Coldiretti Saluzzo.

Coldiretti: "Abbiamo sempre rispettato i diritti dei migranti della frutta"
Le parole del Presidente Coldiretti della zona di Saluzzo si commentano da sé:
Non possiamo accettare che i 600 disperati della baraccopoli vengano accomunati a chi era regolarmente impiegato. Questo è un problema sociale (…).

Un bacino di problemi sociali a cui però si attinge a piene mani, se è vero che una parte di quei “disperati della baraccopoli” ha lavorato per le aziende di zona. Questo distinguo tra i “salvati” degli impropriamente detti “campus” Coldiretti (controllati negli orari di utilizzo dei containers, i quali erano sovraffollati e dotati di servizi comunque insufficienti per i numeri) ed i “sommersi” della baraccopoli, non solo è profondamente lesivo della dignità di persone costrette – in Italia, nel saluzzese – a vivere in condizioni vergognose, ma è anche gravemente ipocrita.

La presenza di manodopera in eccedenza fa, infatti, molto comodo al sistema produttivo locale, che la può assorbire “alla bisogna”, mediante lavoro occasionale stipendiato a cottimo, non garantendo alcuna tutela minima, ma relegando le persone ad una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Noi vogliamo sapere da Coldiretti il metodo attraverso cui elabora le stime relative al fabbisogno di manodopera, dal momento che negli ultimi anni il numero di braccianti stranieri effettivamente impiegati dalle aziende che rappresenta è stato sempre superiore alle previsioni che vengono diffuse ad inizio stagione: attendiamo di sapere cosa si prevede per quest’anno.

Ricordiamo, inoltre, che in una ricerca sociale fatta dalla Cooperativa Dedalus di Napoli sulle condizioni di vita dei lavoratori migranti nelle campagne del Sud Italia, vengono indicati 3 fattori di sfruttamento: se sono presenti tutti e 3 ci si trova in presenza di Grave Sfruttamento o Lavoro Paraschiavistico. I fattori sono:

  1. Il diritto alla libertà personale, attraverso la rilevazione di situazioni di riduzione in schiavitù e semischiavitù dei lavoratori, a partire dalla fase di reclutamento avviamento e trasporto.
  2. Il diritto alla salute e a degne condizioni abitative, attraverso la rilevazione di tipologia e condizione dell’alloggio occupato e delle condizioni di salute influenzate dalla tipologia del lavoro svolto e dalle condizioni igienico-abitative.
  3. Il diritto a situazioni lavorative degne, attraverso la rilevazione delle condizioni salariali, orarie, di messa in sicurezza, di rispetto delle norme contrattuali in generale, nonché dell’eventuale presenza di forme di caporalato che si occupano di reclutamento e collocamento al lavoro.

A Saluzzo – per il minimo che sappiamo rispetto alla realtà complessiva della manodopera migrante nelle campagne – abbiamo riscontrato la presenza degli ultimi due.

Stupisce quindi tanto clamore nei confronti del Rapporto Caritas-Migrantes, soprattutto da parte delle istituzioni, che invece di avere una funzione sussidiaria rispetto alle associazioni di categoria del padronato potrebbero, ad esempio, invocare maggiori controlli nelle aziende, dal momento che i pochi effettuati hanno rilevato la presenza di lavoro grigio dilagante. Il Rapporto in questione si permette di accennare, in una frase, alla presenza di sfruttamento di lavoratori stranieri nelle campagne del saluzzese: questo sarebbe “gettare fango”?!

Noi non solo siamo convinti che sia corretto parlare di sfruttamento, ma riteniamo anche che non si tratti dell'”unico caso eclatante di sfruttamento di lavoratori stranieri in agricoltura nel Nord“, nè nella nostra sola regione: le realtà di Castelnuovo Scrivia (Alessandria) e di Canelli (Asti) ci ricordano che le logiche in atto nel saluzzese sono diffuse e sempre più “ordinarie” nelle campagne piemontesi.

Crediamo che ad essere “scorretto”, “superficiale” e – aggiungiamo noi – ipocrita, sia chi nega un fatto palese: cioè che i migranti accampati a Guantanamò sono parte integrante di un sistema di sfruttamento, fondato su logiche di produzione e distribuzione che conducono ordinariamente all’erosione dei salari e dei diritti dei lavoratori, in maniera ancor più grave per chi vive la condizione di migrante.

“Saluzzo OLTRE GUANTANAMO” – Incontro organizzato dall’Associazione AnLIB di Pinerolo il 22 febbraio 2014.

Sabato 22 febbraio 2014, si è tenuto a Saluzzo l’incontro “Saluzzo OLTRE GUANTANAMO” organizzato dall’Associazione AnLIB di Pinerolo (TO), a cui sono state invitate tutte le realtà che, a vario titolo, sono interessate dalla ormai strutturale presenza di migranti provenienti dall’Africa occidentale alla ricerca di lavoro nelle campagne del saluzzese.

Questo l’invito esteso da AnLIB: “L’incontro di sabato 22.2.2014 vuole essere un primo passo verso il consolidamento di operatività presenti sul territorio, per migliorare la qualità della vita delle persone che vi risiedono temporaneamente o stabilmente, in vista della prossima stagione di raccolta della frutta e dell’arrivo dei braccianti che cercano lavoro nelle campagne del Saluzzese.”

Come  Lola Furiosa e Sportello per il Diritto alla Casa e all’Abitare Dignitoso di Saluzzo e Verzuolo abbiamo deciso di partecipare in qualità di osservatori, per ascoltare le posizioni dei diversi attori, istituzionali e non, rispetto alla prossima stagione di raccolta. Ci sembrava anche un’occasione per poterci confrontare con una delle controparti che, in questi anni, è stata chiamata in causa troppo poco: il padronato. Ciò non è stato possibile. Grandi assenti della riunione, infatti, sono state proprio le aziende e le loro associazioni di rappresentanza.

Invece di limitarsi alle rappresentazioni pubbliche che singoli e gruppi danno di sè, crediamo che, per una volta, sia importante ascoltare le registrazioni degli interventi, per farsi un’idea concreta di come le varie realtà inquadrano la situazione ed intendono intervenire. Di seguito li proponiamo nell’ordine in cui sono stati formulati durante l’incontro.

ASCOLTA GLI INTERVENTI DELLA PRIMA PARTE DELL’INCONTRO:

  1. Comune di Saluzzo – registrazione assente
  2. Caritas – prima parte registrazione assente (è stato presentato il progetto di un “Campeggio solidale” che ospiterà cca 200 migranti durante la prossima stagione e che sorgerà nell’area del Foro Boario dove era situato l’accampamento di Guantanamò)
  3. Caritas
  4. Comitato Antirazzista – Attività passate
  5. Comitato Antirazzista – Attività future pt. 1
  6. Comitato Antirazzista – Attività future pt. 2
  7. Fiammetta
  8. Associazione Comunità Papa Giovanni
  9. Adam
  10. Emmaus
  11. Nuovo Comitato “Il Nobel per i disabili” Onlus
  12. Scout Saluzzo I
  13. Provincia di Cuneo
  14. Comune di Saluzzo
  15. Caritas 2
  16. Sportello Diritto alla Casa e all’Abitare Dignitoso
  17. Sportello Diritto alla Casa e all’Abitare Dignitoso 2 – Caritas – Fiammetta
  18. Comune di Saluzzo 2
  19. Sportello Diritto alla Casa e all’Abitare Dignitoso 3