A proposito dell’articolo uscito su La Stampa Cuneo venerdì 11 ottobre, dal titolo “Un mese e smonteremo la tendopoli dei migranti”, Lola Furiosa ha qualcosa da aggiungere.
- Apprendiamo dalle parole del Sindaco che è stato “elaborato un complesso piano per lo smantellamento” delle tende. Chiediamo al Sindaco come mai, nemmeno quest’anno, sia stato invece elaborato un decente piano per l’accoglienza dei migranti provenienti in gran parte dall’Africa occidentale. La loro presenza durante la stagione della raccolta della frutta ricorre da almeno cinque anni ed era pertanto ampiamente prevedibile.
- A tal proposito, ricordiamo che l’unica azione politica volta a “preparare l’accoglienza” dei migranti in arrivo, è stata quest’anno l’ordinanza comunale, datata 28 maggio, con cui il Sindaco ha disposto il divieto “di ogni forma di campeggio, bivacco, accampamento con roulottes, campers, mezzi meccanici, tende baracche, giacigli e quant’altro sia idoneo a consentire la dimora, seppure temporaneo”. A tale ordinanza il Sindaco ha poi dato esecuzione l’11 giugno, disponendo lo sgombero dei migranti accampati in attesa dell’apertura della stagione della frutta ed attirandosi la ferma condanna da parte dell’ASGI sia per le operazioni di sgombero che per il rifiuto alla collaborazione con gli enti del terziario sociale “nella soluzione dell’emergenza umanitaria creatasi a causa di tale azione di forza”. Chiediamo al Sindaco la ragione di questa azione di forza preventiva, ostile ed ingiustificata, lesiva dei diritti umani dei lavoratori migranti, dato che ora sembra vantare una gestione dello smantellamento delle tende “giocata sul buon senso e sulle buone relazioni, senza tensioni”. Credamo che il buon senso e le buone relazioni si sarebbero dovuti cercare nell’accoglienza dei migranti, non nel loro allontanamento.
- Prendiamo atto che la data dello sgombero è stata posticipata dal 20 ottobre al 7 novembre, date le necessità dettate dalla stagione di raccolta dei kiwi. Questa proroga non fa altro che evidenziare, ancora una volta, la strutturale carenza nella pianificazione dell’accoglienza dei lavoratori migranti. Ricordiamo a tal proposito che: le 20 tende sono arrivate dal Ministero il 15 settembre, a stagione quasi conclusa; sono sufficienti solo per ospitare la metà di tutti gli accampati, gli altri si riparano tutt’ora nelle baracche auto-costruite; sono state montate e concesse ai ragazzi completamente vuote: sprovviste del cappotto termico interno, di qualunque telo isolante sul pavimento, di brande, di materassi, di coperte. Solo in seguito alle proteste dei migranti si è cercato di tamponare la situazione, con interventi mai del tutto risolutivi. Chiediamo al Sindaco se oggi, con le attuali condizioni atmosferiche, si possa considerare complessivamente degna la sistemazione dei lavoratori stagionali accampati al Foro Boario che, come lui ricorda, contribuiscono alla ricchezza del territorio.
- Riguardo ai migranti tutt’ora accampati nelle baracche auto-costruite, la cui situazione sarebbe secondo il Sindaco “molto più di difficile gestire” perchè “non ci sono interlocutori attendibili”, riteniamo che gli unici a non essere mai stati interlocutori attendibili siano proprio le istituzioni, con il loro linguaggio svilente e infantilizzante. Se interpellate seriamente, in spazi e luoghi idonei all’ascolto e al rispetto reciproco, queste persone avrebbero molto da dire, da chiedere e da proporre. Iniziamo noi con il chiedere al Sindaco se non ritienga urgente proporre un’alternativa abitativa a coloro che vivono in baracche costruite con materiali di scarto, viste la pioggie ed il freddo incedenti, così come le possibilità di ammalarsi. Sappiamo quanto le problematiche igienico-sanitarie siano tema caro all’amministrazione comunale. Ricordiamo infatti che, all’inizio di agosto, la presa d’acqua del Foro Boario era stata chiusa dal Sindaco con un’azione di forza proprio perchè “pericolosa sotto il profilo igieico-sanitario”.
Riteniamo che le condizioni abitative dei lavoratori stagionali migranti presenti a Saluzzo siano inaccettabili, oggi come all’inizio della stagione. Con l’arrivo del freddo la situazione non può che aggravarsi, dal momento che:
- gli spazi autocostruiti dove i lavoratori migranti dormono non sono impermeabili, né riscaldati. Anche nelle tende ministeriali l’acqua filtra ed il freddo è pungente;
- le due docce presenti dentro l’area del Foro Boario sono utilizzate da 150 persone: oltre ai problemi igienici che questo comporta, il boiler è insufficiente a garantire acqua calda per tutt*. Di conseguenza i lavoratori spesso si lavano con l’acqua gelida, oppure attendono la mezzanotte perchè l’acqua sia nuovamente tiepida;
- da 5 mesi a questa parte non ci sono servizi igienici sufficienti;
- le tende sono sprovviste di brande, materassi e coperte. Queste ultime sono state portate da persone solidali;
- non c’è uno spazio coperto ed asciutto dove poter sostare prima di andare a dormire e dove poter cucinare.
Pertanto, chiediamo che ai lavoratori accampati al Foro Boario venga offerta una sistemazione abitativa alternativa, dove poter vivere in sicurezza e dignità.
Riteniamo che il diritto all’abitare debba essere slegato dalla condizione lavorativa, non solo per i migranti stagionali, ma per tutt* coloro che, nella crisi, vivono gravi condizioni di vulnerabilità, perdendo il lavoro e quindi la casa.
Il prossimo anno non ci faremo trovare impreparat*.
Lola Furiosa.
Foro Boario, Saluzzo, 12/10/2013